Cartoline di Maranello

Questo blog nasce non solo con l'intenzione di mettere in comunicazione collezionisti e appassionati di cartoline di Maranello e frazioni (Gorzano, Torre Maina, Pozza, San Venanzio, Fogliano, Torre delle Oche) cui manca, eccezion fatta per mercatini, libri e le scarse potenzialità di e-bay in questo campo, un vero e proprio canale informatico (ed informativo) cui ricorrere per documentarsi al riguardo, ma anche affinché la storia del paese e delle località venga tramandata e non si perda. Questo blog non ha alcuna appartenenza politica. Qualora cartoline rappresentino contesti sensibili per chi le osserva, il consiglio è di valutarne esclusivamente la portata temporale o l'interesse storico.

sabato 30 aprile 2011

Torre Maina/Pozza (Maranello) - Villa Rangoni Machiavelli

Torre Maina/Pozza - Maranello Villa Rangoni Machiavelli



Piuttosto che scriverne in maniera formale e distaccata, preferisco parlare di Villa Rangoni Machiavelli con un pizzico in più di trasporto personale.
Io non ho avuto conoscenza di questa splendida villa fino a qualche anno fa, quando il Comune decise di trasformarla, d'accordo con i proprietari, in un parco aperto al pubblico adibito all'esposizione di alcune sculture di arte contemporanea della collezione "Severi", comprendente importanti lavori di Pietro Cascella (La fontana degli sposi), Giò Pomodoro (La porta e il Sole), Yoshin Ogata (Le vie dell’acqua), e di altri artisti contemporanei (Cassani, Celiberti, Quinto Ghermandi, Guasti, Guidi, Lutz, Augusto Murer, Perez, Rotar, Scarabelli, Alberto Viani, Tirelli, Baraldi, Biolchini, Di Fabio, Tinè, Andolfatto, Doyle, Legnagli, Magelli, Sacha Sosno).

L'esperimento è durato tre anni, dopodiché la convenzione tra Comune e proprietari è giunta al termine. Molte opere sono state portate via per essere dislocate altrove, e l'immensa area verde tutta intorno alla villa disabitata è stata riconvertita all'organizzazione di servizi estemporanei di catering e cene di nozze cui mi è letteralmente "capitato" di intervenire (in vero, molto suggestive e scenografiche, specie se fatte in estate, alla sera, sullo sfondo della bellissima facciata della villa).
La cartolina, non viaggiata, quindi non riconducibile ad un anno o ad una decade precisa, raffigura la facciata stessa accennata sopra, davanti alla quale, un nobil uomo fa bella mostra di sé e della propria automobile, scontato dirlo, un bene ad appannaggio di pochissime persone a quel tempo.
Da notare anche la Palma che si nota sulla sinistra dell'immagine, un albero esotico, anch'esso vezzo, forse, della ricca famiglia.

Parlando con una mia prozia, ho scoperto che era usanza della famiglia proprietaria della villa, indire grandi feste che si svolgevano in una zona adiacente all'abitazione, in cui erano presenti una piscina (un altro lusso grandioso) e uno spogliatoio per i servizi. Questa mia prozia, conoscendo i figli o le figlie dei padroni di casa partecipava a queste sontuosità, nonostante la bassa estrazione di classe dalla quale proveniva, segno questo di nobiltà della famiglia, non solo in banca o in terre ed immobili, ma anche in spirito e mentalità.
Non so se questi signorotti potessero immaginare che un giorno lo spogliatoio della piscina sarebbe stato trasformato in un bar (aperto negli anni in cui il parco era stato adibito a mostra permanente), gestito per due estati da un caro amico.
In quelle stagioni-allora ero un universitario, tra le categorie di persone che hanno più tempo libero- mi è capitato spesso di recarmi in quel bar e, approfittando delle belle giornate, di scattare diverse fotografie, ammaliato come poche volte mi era successo, dallo splendido scenario che faceva da contorno alle tante opere esposte.

Villa Rangoni Machiavelli (Torre Maina, frazione di Maranello)

Quelle sopra sono alcune delle immagini scattate in quei giorni.

Il parco è stato chiuso e, probabilmente, così come io ne son venuto a conoscenza tardissimo, anche tanti altri maranellesi, a meno che non siano invitati (o non si intrufolino furbescamente) a cene di nozze, non avranno mai occasione di approfittare di una bellezza tale che, fosse in Toscana o in Liguria, nessuno esiterebbe a inserire all'interno di qualche itinerario turistico di grande fama. Peccato, veramente un peccato.

Ecco infine, come appare ora (o meglio, come appariva qualche anno fa):


giovedì 24 marzo 2011

Torre Maina (Maranello) - Ponte sul Tiepido

Torre Maina (Maranello)
Ponte sul Tiepido, tra la Strada Provinciale Estense e la vecchia Via Vandelli.


Chi scrive ha una sorta di venerazione per questa cartolina, ed i motivi sono molteplici.
Innanzitutto perché, come i collezionisti sanno, se è difficile reperire vecchie cartoline di Maranello, presenta ulteriori difficoltà trovarne delle frazioni, per non dire che si tratta di casi rarissimi o unici.
Questa motivazione ne contiene un'altra, vuole dire che spesso le frazioni erano, al tempo dell'immagine, poco abitate e, di conseguenza era raro che avessero un "centro", o in alternativa luoghi di interesse da ritrarre (si intendono parchi, chiese, monumenti, statue). Era possibile che sì, avessero una chiesa, magari antica (è il caso di San Venanzio) che faceva bella mostra di sé, oppure fossero abitate dai cosiddetti "Signorotti del tempo" che vivevano in ville sontuose con tanto di immensi giardini ben curati, fontane e qualche altra opera degna di attenzione(è il caso di Villa Coppi a Gorzano, di Villa Fiocchi a Pozza, di Villa Rangoni Machiavelli tra Torre Maina e Pozza). Ma oltre a questi casi, non era per niente frequente che le frazioni venissero fotografate e, quindi, "cartolinate" per altri motivi.

Ecco perché il ponte sul Tiepido rappresenta una sorta di novità, fa sì che Torre Maina acquisti una valenza a sé stante, che non sia più solo interessante per le ville dei Signorotti o per la chiesa, ma anche per altre ragioni: architettoniche, estetiche, storiche.
Il ponte sul Tiepido collega Torre Maina alla strada più veloce che porta a Maranello e a Modena, la porta dritta nella modernità, pur lasciandola isolata tra le sue colline, la sua chiesa e le sue belle ville.

Chi ha scattato la fotografia avrebbe potuto aspettare qualche anno prima di farlo, se non altro perché il ponte venisse completato e non apparisse così, ancora in via di costruzione (si osservino il cumulo di sabbia ammassato contro i paletti, e la differenza tra la strada bianca di ghiaia e quella già cementata), ma forse è stato meglio che abbia colto il momento della realizzazione, quello in cui Torre Maina acquistava un nuovo senso e pure i suoi cittadini ne capivano l'importanza, fermandosi a discutere sulla passerella e non più davanti al sagrato o nel cortile di qualche abitazione.

Correva l'anno 1965.


Collezione Domenico Ferrari

Informazioni bibliografiche raccolta dal libro:
Maranello in cartolina
. Dal borgo medievale al paese famoso nel mondo
di Ferrari Domenico - Gozzoli Giancarlo - Vandelli Alfredo

mercoledì 23 marzo 2011

Maranello - Piazza Roma e Baslòt.

Maranello
Piazza Roma, angolo tra Via Claudia e via Abetone Superiore

In passato era, a parere di chi scrive (e che ha solo potuto osservarne l'evoluzione attraverso fotografie o cartoline), uno spazio suggestivo e caratteristico, che dava un'impronta a Maranello arricchendolo non solo del verde dei pini marittimi (in questa immagine ancora molto giovani), ma anche di una bellissima fontana detta, nel dialetto del paese, baslòt.
Proprio per questo motivo la stessa piazza era comunemente chiamata dai maranellesi " Piaza dal baslòt", e solo più tardi riprese ad essere indicata con il formale nome di battesimo.

Entrando nel merito di quanto ritratto dalla cartolina, vale la pena soffermarsi sui secondi piani. Corre l'anno 1956 e oltre la Chiesa ed il campanile non compare nulla, non è ancora stato costruito niente lungo quella che diventerà Via Trebbo.
Tra Chiesa e baslòt si vede la palazzina di Manni, lì da sempre, per quanto "sempre" .quando collocato in un contesto storico. abbia un valore incredibilmente relativo.
La bottega a piano terra è la tabaccheria, ancora in attività.
Oltre alla fontana si intravede il chiosco in cui erano vendute frutta e verdura.


Collezione Domenico Ferrari

La cartolina che segue -per dirla con il gergo dei collezionisti- è stata viaggiata nel 1967, vale a dire che è di dieci anni più recente di quella che compare sopra. Il confronto tra le due rappresenta una specie di ristretto "com'era e com'è" di quella decade, ma comunque significativo se si presta attenzione alle profonde differenze che si presentano.
Il baslòt non c'è più e, su motivazioni e moventi della sua rimozione, occorrerebbe aprire ben più di una parentesi graffa, ma questo è il bello e il brutto della storia e di chi la fa: ossia gli uomini, volubili come pochi ai cambiamenti dei tempi, dei partiti politici e delle ideologie (più annessi e connessi artistici e architettonici).
Pertanto, una volta entrati in un periodo storico differente da quello in cui il baslòt era stato pensato e costruito, è lecito pensare che i decisori del tempo abbiano optato per cancellare ogni retaggio di un passato scomodo che fosse possibile rimuovere. O, per lo meno, questo è quello che si è sempre detto e forse mai come in questo caso Vox populi, Vox Dei. Dall'immagine si nota come al posto del baslòt sia presente un anonimo scranno di pietra. Peccato perché la fontana, forse e nel suo piccolo, è stata una delle opere d'arte meglio riuscite.
Lungo i marciapiedi che circondano la Piazza fanno la loro comparsa i primi lampioni elettrici del paese, un camioncino attraversa ne attraversa il centro, e la palazzina di Manni si è allargata verso ovest, dando spazio ad altre due attività. Quello che salta agli occhi è però la costruzione dei palazzi su quella che sta diventando Via Trebbo, completamente assenti nella cartolina di cui sopra.


Collezione Domenico Ferrari

Informazioni bibliografiche raccolta dal libro:
Maranello in cartolina
. Dal borgo medievale al paese famoso nel mondo
di Ferrari Domenico - Gozzoli Giancarlo - Vandelli Alfredo

martedì 22 marzo 2011

Let me introduce to you (una breve presentazione)

Come descritto nell'intestazione, questo blog nasce non solo con l'intenzione di mettere in contatto collezionisti e appassionati di cartoline di Maranello e frazioni (Gorzano, Torre Maina, Pozza, San Venanzio, Fogliano, Torre delle Oche) cui manca, eccezion fatta per mercatini, libri e le scarse potenzialità di e-bay in questo campo, un vero e proprio canale informatico (ed informativo) cui ricorrere per documentarsi al riguardo, ma anche affinché la storia del paese e delle località venga tramandata e non si perda.
La storia di Maranello è inestricabilmente legata alla Ferrari e al suo mito. E rendiamo grazie a Dio di questo, perché se abbiamo sempre avuto da mangiare è anche e forse soprattutto per merito di Enzo Ferrari. Tuttavia è un peccato che, digitando su un qualsiasi motore di ricerca il nome "Maranello", non si trovi sulla rete nient'altro se non qualcosa di riconducibile alla Rossa: nessun "baslòt", nessun palco davanti al Municipio, nessun Castello, nessun Maranello Vecchio, nessuna Svolta...
Con alcuna velleità, è intenzione di chi scrive "disturbare" (passatemela!)gli algoritmi di Google, Yahoo, Bing, e chi più ne ha più ne metta, così che alla ricerca di informazioni relative al Comune non compaiano più solo motori, macchine, automobili, piloti, ecc... ma anche qualche ricordo di com'era una volta il paese, com'erano una volta le frazioni, e com'è ora, come sono ora.
Non si parla solo di cartoline; ci sarà spazio anche per le fotografie, anche se (per ora) in minor misura.

Chi scrive è figlio di un grande collezionista di cartoline di Maranello e frazioni, nonché un grande amante di questa terra.
Il titolo del blog rimanda ad un libro che mio padre ha pubblicato insieme ad altri due amici collezionisti: vuol essere un omaggio alla loro opera, non un plagio o un furto.



Un'ultima precisazione prima di augurare a tutti una buona lettura ed una buona consultazione: questo blog non ha alcuna appartenenza politica. Qualora cartoline rappresentino contesti sensibili per chi le osserva, il consiglio è di valutarne esclusivamente la portata temporale o l'interesse storico.
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