Piuttosto che scriverne in maniera formale e distaccata, preferisco parlare di Villa Rangoni Machiavelli con un pizzico in più di trasporto personale.
Io non ho avuto conoscenza di questa splendida villa fino a qualche anno fa, quando il Comune decise di trasformarla, d'accordo con i proprietari, in un parco aperto al pubblico adibito all'esposizione di alcune sculture di arte contemporanea della collezione "Severi", comprendente importanti lavori di Pietro Cascella (La fontana degli sposi), Giò Pomodoro (La porta e il Sole), Yoshin Ogata (Le vie dell’acqua), e di altri artisti contemporanei (Cassani, Celiberti, Quinto Ghermandi, Guasti, Guidi, Lutz, Augusto Murer, Perez, Rotar, Scarabelli, Alberto Viani, Tirelli, Baraldi, Biolchini, Di Fabio, Tinè, Andolfatto, Doyle, Legnagli, Magelli, Sacha Sosno).
L'esperimento è durato tre anni, dopodiché la convenzione tra Comune e proprietari è giunta al termine. Molte opere sono state portate via per essere dislocate altrove, e l'immensa area verde tutta intorno alla villa disabitata è stata riconvertita all'organizzazione di servizi estemporanei di catering e cene di nozze cui mi è letteralmente "capitato" di intervenire (in vero, molto suggestive e scenografiche, specie se fatte in estate, alla sera, sullo sfondo della bellissima facciata della villa).
La cartolina, non viaggiata, quindi non riconducibile ad un anno o ad una decade precisa, raffigura la facciata stessa accennata sopra, davanti alla quale, un nobil uomo fa bella mostra di sé e della propria automobile, scontato dirlo, un bene ad appannaggio di pochissime persone a quel tempo.
Da notare anche la Palma che si nota sulla sinistra dell'immagine, un albero esotico, anch'esso vezzo, forse, della ricca famiglia.
Parlando con una mia prozia, ho scoperto che era usanza della famiglia proprietaria della villa, indire grandi feste che si svolgevano in una zona adiacente all'abitazione, in cui erano presenti una piscina (un altro lusso grandioso) e uno spogliatoio per i servizi. Questa mia prozia, conoscendo i figli o le figlie dei padroni di casa partecipava a queste sontuosità, nonostante la bassa estrazione di classe dalla quale proveniva, segno questo di nobiltà della famiglia, non solo in banca o in terre ed immobili, ma anche in spirito e mentalità.
Non so se questi signorotti potessero immaginare che un giorno lo spogliatoio della piscina sarebbe stato trasformato in un bar (aperto negli anni in cui il parco era stato adibito a mostra permanente), gestito per due estati da un caro amico.
In quelle stagioni-allora ero un universitario, tra le categorie di persone che hanno più tempo libero- mi è capitato spesso di recarmi in quel bar e, approfittando delle belle giornate, di scattare diverse fotografie, ammaliato come poche volte mi era successo, dallo splendido scenario che faceva da contorno alle tante opere esposte.
Quelle sopra sono alcune delle immagini scattate in quei giorni.
Il parco è stato chiuso e, probabilmente, così come io ne son venuto a conoscenza tardissimo, anche tanti altri maranellesi, a meno che non siano invitati (o non si intrufolino furbescamente) a cene di nozze, non avranno mai occasione di approfittare di una bellezza tale che, fosse in Toscana o in Liguria, nessuno esiterebbe a inserire all'interno di qualche itinerario turistico di grande fama. Peccato, veramente un peccato.
Ecco infine, come appare ora (o meglio, come appariva qualche anno fa):
Io non ho avuto conoscenza di questa splendida villa fino a qualche anno fa, quando il Comune decise di trasformarla, d'accordo con i proprietari, in un parco aperto al pubblico adibito all'esposizione di alcune sculture di arte contemporanea della collezione "Severi", comprendente importanti lavori di Pietro Cascella (La fontana degli sposi), Giò Pomodoro (La porta e il Sole), Yoshin Ogata (Le vie dell’acqua), e di altri artisti contemporanei (Cassani, Celiberti, Quinto Ghermandi, Guasti, Guidi, Lutz, Augusto Murer, Perez, Rotar, Scarabelli, Alberto Viani, Tirelli, Baraldi, Biolchini, Di Fabio, Tinè, Andolfatto, Doyle, Legnagli, Magelli, Sacha Sosno).
L'esperimento è durato tre anni, dopodiché la convenzione tra Comune e proprietari è giunta al termine. Molte opere sono state portate via per essere dislocate altrove, e l'immensa area verde tutta intorno alla villa disabitata è stata riconvertita all'organizzazione di servizi estemporanei di catering e cene di nozze cui mi è letteralmente "capitato" di intervenire (in vero, molto suggestive e scenografiche, specie se fatte in estate, alla sera, sullo sfondo della bellissima facciata della villa).
La cartolina, non viaggiata, quindi non riconducibile ad un anno o ad una decade precisa, raffigura la facciata stessa accennata sopra, davanti alla quale, un nobil uomo fa bella mostra di sé e della propria automobile, scontato dirlo, un bene ad appannaggio di pochissime persone a quel tempo.
Da notare anche la Palma che si nota sulla sinistra dell'immagine, un albero esotico, anch'esso vezzo, forse, della ricca famiglia.
Parlando con una mia prozia, ho scoperto che era usanza della famiglia proprietaria della villa, indire grandi feste che si svolgevano in una zona adiacente all'abitazione, in cui erano presenti una piscina (un altro lusso grandioso) e uno spogliatoio per i servizi. Questa mia prozia, conoscendo i figli o le figlie dei padroni di casa partecipava a queste sontuosità, nonostante la bassa estrazione di classe dalla quale proveniva, segno questo di nobiltà della famiglia, non solo in banca o in terre ed immobili, ma anche in spirito e mentalità.
Non so se questi signorotti potessero immaginare che un giorno lo spogliatoio della piscina sarebbe stato trasformato in un bar (aperto negli anni in cui il parco era stato adibito a mostra permanente), gestito per due estati da un caro amico.
In quelle stagioni-allora ero un universitario, tra le categorie di persone che hanno più tempo libero- mi è capitato spesso di recarmi in quel bar e, approfittando delle belle giornate, di scattare diverse fotografie, ammaliato come poche volte mi era successo, dallo splendido scenario che faceva da contorno alle tante opere esposte.
Villa Rangoni Machiavelli (Torre Maina, frazione di Maranello) |
Quelle sopra sono alcune delle immagini scattate in quei giorni.
Il parco è stato chiuso e, probabilmente, così come io ne son venuto a conoscenza tardissimo, anche tanti altri maranellesi, a meno che non siano invitati (o non si intrufolino furbescamente) a cene di nozze, non avranno mai occasione di approfittare di una bellezza tale che, fosse in Toscana o in Liguria, nessuno esiterebbe a inserire all'interno di qualche itinerario turistico di grande fama. Peccato, veramente un peccato.
Ecco infine, come appare ora (o meglio, come appariva qualche anno fa):
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