Piazza Roma, angolo tra Via Claudia e via Abetone Superiore
In passato era, a parere di chi scrive (e che ha solo potuto osservarne l'evoluzione attraverso fotografie o cartoline), uno spazio suggestivo e caratteristico, che dava un'impronta a Maranello arricchendolo non solo del verde dei pini marittimi (in questa immagine ancora molto giovani), ma anche di una bellissima fontana detta, nel dialetto del paese, baslòt.
Proprio per questo motivo la stessa piazza era comunemente chiamata dai maranellesi " Piaza dal baslòt", e solo più tardi riprese ad essere indicata con il formale nome di battesimo.
Entrando nel merito di quanto ritratto dalla cartolina, vale la pena soffermarsi sui secondi piani. Corre l'anno 1956 e oltre la Chiesa ed il campanile non compare nulla, non è ancora stato costruito niente lungo quella che diventerà Via Trebbo.
Tra Chiesa e baslòt si vede la palazzina di Manni, lì da sempre, per quanto "sempre" .quando collocato in un contesto storico. abbia un valore incredibilmente relativo.
La bottega a piano terra è la tabaccheria, ancora in attività.
Oltre alla fontana si intravede il chiosco in cui erano vendute frutta e verdura.
In passato era, a parere di chi scrive (e che ha solo potuto osservarne l'evoluzione attraverso fotografie o cartoline), uno spazio suggestivo e caratteristico, che dava un'impronta a Maranello arricchendolo non solo del verde dei pini marittimi (in questa immagine ancora molto giovani), ma anche di una bellissima fontana detta, nel dialetto del paese, baslòt.
Proprio per questo motivo la stessa piazza era comunemente chiamata dai maranellesi " Piaza dal baslòt", e solo più tardi riprese ad essere indicata con il formale nome di battesimo.
Entrando nel merito di quanto ritratto dalla cartolina, vale la pena soffermarsi sui secondi piani. Corre l'anno 1956 e oltre la Chiesa ed il campanile non compare nulla, non è ancora stato costruito niente lungo quella che diventerà Via Trebbo.
Tra Chiesa e baslòt si vede la palazzina di Manni, lì da sempre, per quanto "sempre" .quando collocato in un contesto storico. abbia un valore incredibilmente relativo.
La bottega a piano terra è la tabaccheria, ancora in attività.
Oltre alla fontana si intravede il chiosco in cui erano vendute frutta e verdura.
Collezione Domenico Ferrari
La cartolina che segue -per dirla con il gergo dei collezionisti- è stata viaggiata nel 1967, vale a dire che è di dieci anni più recente di quella che compare sopra. Il confronto tra le due rappresenta una specie di ristretto "com'era e com'è" di quella decade, ma comunque significativo se si presta attenzione alle profonde differenze che si presentano.
Il baslòt non c'è più e, su motivazioni e moventi della sua rimozione, occorrerebbe aprire ben più di una parentesi graffa, ma questo è il bello e il brutto della storia e di chi la fa: ossia gli uomini, volubili come pochi ai cambiamenti dei tempi, dei partiti politici e delle ideologie (più annessi e connessi artistici e architettonici).
Pertanto, una volta entrati in un periodo storico differente da quello in cui il baslòt era stato pensato e costruito, è lecito pensare che i decisori del tempo abbiano optato per cancellare ogni retaggio di un passato scomodo che fosse possibile rimuovere. O, per lo meno, questo è quello che si è sempre detto e forse mai come in questo caso Vox populi, Vox Dei. Dall'immagine si nota come al posto del baslòt sia presente un anonimo scranno di pietra. Peccato perché la fontana, forse e nel suo piccolo, è stata una delle opere d'arte meglio riuscite.
Lungo i marciapiedi che circondano la Piazza fanno la loro comparsa i primi lampioni elettrici del paese, un camioncino attraversa ne attraversa il centro, e la palazzina di Manni si è allargata verso ovest, dando spazio ad altre due attività. Quello che salta agli occhi è però la costruzione dei palazzi su quella che sta diventando Via Trebbo, completamente assenti nella cartolina di cui sopra.
Il baslòt non c'è più e, su motivazioni e moventi della sua rimozione, occorrerebbe aprire ben più di una parentesi graffa, ma questo è il bello e il brutto della storia e di chi la fa: ossia gli uomini, volubili come pochi ai cambiamenti dei tempi, dei partiti politici e delle ideologie (più annessi e connessi artistici e architettonici).
Pertanto, una volta entrati in un periodo storico differente da quello in cui il baslòt era stato pensato e costruito, è lecito pensare che i decisori del tempo abbiano optato per cancellare ogni retaggio di un passato scomodo che fosse possibile rimuovere. O, per lo meno, questo è quello che si è sempre detto e forse mai come in questo caso Vox populi, Vox Dei. Dall'immagine si nota come al posto del baslòt sia presente un anonimo scranno di pietra. Peccato perché la fontana, forse e nel suo piccolo, è stata una delle opere d'arte meglio riuscite.
Lungo i marciapiedi che circondano la Piazza fanno la loro comparsa i primi lampioni elettrici del paese, un camioncino attraversa ne attraversa il centro, e la palazzina di Manni si è allargata verso ovest, dando spazio ad altre due attività. Quello che salta agli occhi è però la costruzione dei palazzi su quella che sta diventando Via Trebbo, completamente assenti nella cartolina di cui sopra.
Collezione Domenico Ferrari
Informazioni bibliografiche raccolta dal libro:
Maranello in cartolina. Dal borgo medievale al paese famoso nel mondo
di Ferrari Domenico - Gozzoli Giancarlo - Vandelli Alfredo
Viva il Duce!
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